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- Siamo fritti - di Mario Giordano, ed. Mondadori
E' difficile sia bocciare che promuovere "Siamo fritti", la più recente fatica letteraria di Mario Giordano, direttore di 'StudioAperto', il discusso tg-rotocalco di Mediaset. Arduo bocciarlo perchè alcune parti del testo (il cui sottotitolo è 'truffe, inganni e altri veleni nel piatto') sono di indubbio interesse: sul primo capitolo del libro Giordano vede giusto. Il cibo fa audience nel momento in cui, sostiene l'autore, se ne parla dappertutto e, spesso senza alcuna professionalità presente. Troppa improvvisazione, troppe parole davanti (e sui) fornelli, sia sulla stampa che in televisione. Questo assunto è condivisibile: e, si può dire, infastidisce anche il ricercare a tutti i costi un che di afrodisiaco nei cibi. Mah! Da elogiare le critiche di Giordano a un certa visione elitaria che è presente attorno alle cucine, e in questo senso è sacrosanta la stroncatura che l'autore attua nei confronti della scrittrice Camilla Baresani rea di gusti un po' troppo capricciosi ad una cena (P.S. Prima di leggere il passo della Baresani, riportato nel volume, ero un estimatore della letterata quarantenne). Tra gli altri destinatari degli strali, spicca l'associazione 'Slow Food', ma in questo caso, forse, parafrasando Venditti, "è una questione politica" sulla quale non prendo posizione. Comunque sia, non si può essere del tutto soddisfatti di un libro che ha parole come "schifo" e concetti come "non se ne può più" molto ricorrenti nel periodare (peraltro fin troppo semplicistico, a volte addirittura banale). Sono termini-manifesto di un certo populismo radicato in alcune zone d'Italia. Vanno anche criticate alcune spiritosaggini di dubbio gusto, per fortuna non molto frequenti: nella vita sociale non è necessario essere spiritosi o ridanciani a tutti i costi. Nei capitoli del volume vi sono alcuni retroscena che dovrebbero allarmare: in ogni caso nulla di inedito o quasi, dato che sono estratti da fatti e fattacci delle cronache quotidiani (tutte le fonti sono correttamente citate nell'indice di chiusura). Il pubblico tuttavia sa essere attento alla qualità dei prodotti (oltrechè ai prezzi) e sa distinguere,ogni giorno, tra una gamma di offerte alimentari quasi sterminata. Il libro di Giordano ha venduto discretamente bene pur non avendo goduto di una pubblicità clamorosa. Riepilogando, "Siamo fritti" inizia bene e termina bene (con le diete); in mezzo, però, il tono un po' qualunquista raffredda il giudizio complessivo. Lascio agli eventauli altri lettori giudicare il contenuto degli altri capitoli. Una sufficienza non completamente raggiunta,quindi: senz'altro un passo avanti rispetto all'esperienza televisiva di Giordano, tutta concentrata sui Vip come principali (unici) modelli di riferimento.
25 giugno 2005 Matteo Cogorno
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