Logo di Micene

Associazione Culturale Micene

- Parole in Movimento -

           
 

 

 

 

   

 

- Perchè la donna aggressiva non piace -

 

Soprattutto nelle immagini televisive ci viene proposta, da qualche tempo, l’immagine di una donna nuova: arrogante, sopra le righe, quasi cattiva, pronta a dominare non solo il maschio, ma a fagocitare tutte le altre donne che non fanno vanto della nuova condizione femminile.
Una donna, in altre parole, che ha ben appreso tutte le caratteristiche meno valide dell’uomo (che non sono poche). Si possono fare due esempi chiarificatori. Dal punto di vista mediatico viene subito in mente Simona Ventura, un personaggio che certo non va molto per il sottile. Sembra quasi una caricatura della donna aggressiva, ma purtroppo le immagini che scorrono sul teleschermo non sono finzione ma realtà; capita quindi che alcuni maschi si innamorino (o meglio: siano attratti, e di mistero trattasi) di una persona che può arrivare persino ad umiliare la figura maschile, che, in quanto tale, racchiude una parte minima di sensibilità. Donna nel senso latino del termine: domina, e, di conseguenza, dominatrice. L’altro esempio ci arriva dal mondo delle arti figurative, e per la precisione dalla fotografia: basta semplicemente pensare a come un celebrato artista quale è l’ottuagenario (e passa) Helmut Newton vede (oltre che immagina) la figura femminile. Donne scure, col trucco scuro (sia rosso o nero) ad appesantirle, ad invecchiarle prima, molto prima, del tempo. Donne, quelle di Newton, che non ridono e non sorridono mai. Figure lugubri, al limite dello sgradevole ma che, proprio per questo, attraggono parecchio tanti uomini che non sanno che farsene della bontà d’animo e della leggerezza che sono le prime caratteristiche d’una donna.
È del tutto lecito, vedendo la Ventura o le modelle di Newton, chiedersi: ma la donna di inizio XXI secolo è cinica e altezzosa? Fortunatamente la risposta è no. Sono, questi, anni di profonda incertezza, nei quali molte “vecchie realtà sono cadute”: e infatti crescono, giorno dopo giorno, i nostalgici di non si sa bene cosa, anche quelli “di sei mesi fa”. Col risultato che non si progredisce di un metro. E come è intuibile dall’incertezza alla nostalgia si cade molto spesso nel timore per l’avvenire: ma questo è altro discorso. Ora, con l’irrompere del ‘venturismo’ si sarebbe portati a pensare che le donne siano più spregiudicate e volgari, oppure arriviste e menefreghiste. Niente di più sbagliato: la donna è ancora (e sempre sarà) sensibile e forte come l’uomo non è stato e forse non potrà mai essere. L’aggressività così tanto sbandierata non può che far colpo su di una frangia (assai circoscritta) di uomini ma, è meglio ribadirlo, non ha assolutamente attecchito tra le donne giacchè esse non hanno alcuna intenzione di prendere esempio dal machismo o dal neo-branchismo. Anche perché (ed è questo il punto) la dark lady è uno dei non pochi segnali che l’adolescenzismo di ritorno è, tra i maschi, ben vivo purtroppo. Ma per fortuna la maggior parte dei maschi prende le distanze da queste modalità di comportamento che non appartengono minimamente alla sfera femminile. “Non voglio crescere più” cantava una decina di anni fa Fiorella Mannoia (ma è un maschio l’autore): ed è anche per questo che a un certo tipo d’uomo una femmina pensante fa ancora impressione, convinto com’è che la donna sia da disprezzare o da considerarla oggetto: le stesse convinzioni che aveva al liceo. Quanta poca strada!

 

26 dicembre 2003

 

Matteo Cogorno

 

   
     

 

Copyright 2002-2007 © Associazione Culturale Micene