Cos’è la filosofia?

In genere si afferma che la filosofia è pensiero astratto, come esercizio logico-dialettico, oppure una «scienza», un tipo di sapere, una tecnica orientata ad un certo scopo.

Già Aristotele diceva che la filosofia «non serve»: in senso pratico, essa non è una tecnica, cioè non appartiene al novero dei saperi «utili».

La filosofia è allora quel luogo dove è possibile mettere in discussione tutte le scienze e i loro metodi, e dove la stessa filosofia, unico tra i saperi, può discutere e criticare sé stessa. Le scienze costruiscono infatti dei saperi su parti determinate e delimitate del reale, e questo è loro possibile perché il metodo è unico, in quanto costituisce la loro ineliminabile base. La filosofia, al contrario, non studia una parte del reale, ma la totalità dell’essere: non esiste quindi un «metodo» della filosofia, ogni parte o aspetto di essa è sempre passibile di discussione critica.

Dunque nella filosofia non esistono né metodi né «leggi»: l’unico riferimento costante che le è possibile – e anzi necessario – adottare è quello della verità, o del tramonto (come avviene nell’ultimo secolo e mezzo) della verità.

Questo riferimento alla verità proviene dalla filosofia più antica e originaria, quella Greca, dove non si tratta semplicemente di «sapere» (sophia), ma dell’amore (o anche amicizia) per la sophia, per il sapere autentico e incontrovertibile, aletheia, la verità.