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Plotino ritrovato -
Plotino, vive ed opera nel III secolo d C. E' un neoplatonico,
secondo la defnizione, errata, in vigore. Errata, in quanto i, cosiddetti,
neoplatonici amavano definirsi semplicemente platonici. La loro scuola,
infatti, pone le radici negli insegnamenti di Platone.
Per quanto concerne Plotino, il suo maestro fu Ammonio Sacca e avendogli
giurato di non mettere mai nulla della dottrina appresa per iscritto,
ben poco di tali insegnamenti è giunto fino a noi e tanto meno
di quelli dello stesso Plotino. Quello che sappiamo, l'abbiamo appreso
dagli scritti di alcuni suoi contemporanei, che parlano del filosofo.
In una società, com'era quella imperiale, in cui i libri non mancavano,
un insegnamento orale aveva un preciso scopo. Renderne i contenuti pienamente
accessibili solo in chiave esoterica, seguendo, in questo, le orme di
Pitagora.
Plotino, Origene (non quello cristiano, che pare fosse anch'egli discepolo
di Ammonio)' ed Erennio, discepoli 'fedeli' di Ammonio Sacca avevano
promesso di non diffondere gli insegnamenti del maestro. Ma, secondo
quanto racconta Porfirio nella Vita di Plotino (3,24), Origene ruppe
il patto per primo, seguito dallo stesso Plotino.
Plotino nacque nel 205 d. C. , forse a Licopoli, trascorse dieci anni
ad Alessandria, come discepolo di Ammonio, dal 233 al 243 e poi decise
di seguire Gordiano nella sua spedizione contro i Persiani. Il suo interesse
non era di tipo bellico, ma filosofico, in quanto interessato alle dottrine
persiana e indiana. Purtroppo non riuscì ad arrivare in India.
Ritornato a Roma, inseguito alla morte di Gordiano, vi fondò la
sua scuola, alla quale, nel 263, si iscrisse anche il siriano Porfirio,
suo biografo ufficiale, potremmo dire.
All'arrivo di Porfirio, Plotino aveva già composto diversi trattati
e altri ne compose durante i sei anni di permanenza del discepolo presso
la scuola. Altri nove ne avrebbe composti tra il 268 e il 270. Dopo di
che Plotino si ritirò in Campania, presso l'amico medico Eustochio,
dove morì poco dopo. Porfirio ordinò tutti gli scritti
a sua disposizione nelle Enneadi. Tra i motivi, oltre la malattia, che
indussero Plotino a trasferirsi in Campania, potrebbe esserci la persecuzione
che l'imperatore Claudio ingaggiò nei confronti degli amici del
suo predecessore, Gallieno.
Diversi furono i rampolli di nobili casate romane affidati alle cure
di Plotino, il quale pensava a tutto ciò che riguardava la loro
educazione. Probabilmente, il filosofo si diede anche alla politica.
L'imperatore Gallenio e la consorte, Salonina, pare avessero concesso
al maestro la facoltà do costruire, sulle rovine di una preesistente
città in Campania, la sua Platonopoli, ispirata alle norme di
tipo platonico. Le ipotesi sullo scopo dietro Platonopoli sono due. Potrebbe
essere stato una sorta di esperimento per valutare l'efficacia pratica
delle leggi di Platone, oppure un ritiro per i filosofi.In ogni caso,
i cortigiani di Gallieno gli misero i bastoni tra le ruote e il progetto
non venne mai realizzato.
La scuola fu pervasa da equilibrio e buon senso, anche se qualche episodio
inquietante non mancò, come un'oscura macchinazione contro la
salute del maestro, da parte di un discepolo, per esempio. In un'altra
occasione, Plotino acconsentì che un sacerdote egiziano, nel tempio
di Iside, a Roma, evocasse un suo dèmone. Invece, gli apparve
un dio, che non riuscì ad interrogare. Questo a conferma della
presupposta natura semidivina di Plotino, in cui credeva anche Porfirio.
Alla scuola di Plotino pervennero esponenti di varie tendenze religiose.
Plotino confutò in modo particolare gli gnostici, mentre gli altri
esponenti religiosi li lasciò ai suoi discepoli. Porfirio, in
particolare, confutò il Libro di Zoroastro, dimostrandolo apocrifo.
Del sistema plotiniano fanno parte la gradazione dell'essere a partire
dal principio supremo, l'intelligenza demiurgica, l'anima del mondo,
non più rimessi in discussione dagli altri platonici. L'originalità di
Plotino consiste nelle sue vive, varie personalissime soluzioni alle
questioni specifiche che nell'ambito generale del sistema si vanno via
via ponendo e nello spirito nuovo che ha saputo infondere al complesso
delle tre ipostasi platoniche., a cominciare dalla riforma costituita
dalla distinzione radicale tra Uno e Intelligenza, fine di ogni compromesso
con l'aristotelismo.
Alla scuola di Plotino, oltre Platone, venivano commentati anche altri
autori: la Metafisica e il De anima di Aristotele, dottrine stoiche,
commenti di autori medioplatonici come Severo, Cronio, Numenio, Gaio,
Attico, o peripatetici come Adrasto, Aspasio, Alessandro.
Tematiche contenute nei testi di Plotino.
Trattati composti anteriormente all'arrivo di Porfirio (252-263).
1)
Il tema del bello. Qui troviamo una critica della concezione stoica
di
bellezza come simmetria, esegesi
di dialoghi platonici, tra
i quali l'Ippia Maggiore, il Fedro e il Simposio. L'segesi di Platone
sarà una costante dell'insegnamento plotinico.
2) L'anima. Plotino affronta il problema dell'immortalità dell'anima
sulla base del Fedine, ma anche dell'Eudemo di Aristotele e del De anima
di Alessandro di Afrodisia. Dal Timeo viene ripresa la costruzione dell'anima
del mondo, fondamento di una corretta teoria del conoscere. Sempre a
tale testo Plotino fa riferimento quando parla della discesa dell'anima
nel corpo. Poi, è posto il problema se tutte le anime siano da
ricondursi ad un'unica anima universale e quale sia il rapporto tra questa
e le singole anime. Si parla anche della processione (pròodos),
vista come avente il suo centro nell'energia psichica, come movimento
generativo. Il movimento circolare è esaltato come imitazione
cosmica dell'energia intellettiva, prodotta dall'anima. Non poteva mancare
il carattere demonico dell'anima.
3) Questioni di carattere etico. Troviamo delle influenze esoteriche,
come nei trattati sulel virtù politiche appartenenti solo al mondo
di quaggiù e distinte da modelli eterni. Un trattato contro il
suicidio, con tracce della I Dissertazione di Epitteto. Un trattato sulal
dialettica, contaminato di motivi stoici.
4) La polemica contro gli stoici e a tratti gli epicurei. Troviamo un
attacco contro la casualità epicurea e il determinismo stoico
insieme. Viene accomunata la teoria epicurea della declinazione fortuita
con il
libero arbitrio di Carneade. La polemica non manca neppure nei confronti
dell'astrologia. In questi scritti viene anche delineato il rapporto
tra intelletto e idee, il problema, aristotelico, della distinzione tra
materia sensibile e materia intelligibile. Troviamo una prima soluzione
al problema dell'informe-brutto o dell'irrazionale, visto come materia
non ancora dominata dalla forma. Per Plotino la materia s'identifica
con privazione.
5) Viene iniziata la trattazione di mondo intelligibile e principi supremi.
Fondandosi sull'esegesi della Repubblica, l'Uno viene identificato col
Bene. L'estasi, in questa concezione, opererebbe il ricongiungimento
all'Uno. Alle questioni, ?????? dell'insegnamento
platonico, riguardanti se tutte le realtà abbiano un modello reale;
se si debbano ammettere idee di realtà vili e informi, oppure
idee d'individui, si danno risposte molto tradizionali e v'è poco
d'innovativo. Troviamo, invece, il superamento della negazione delle
idee degli individui, tramite
la considerazione che non si può tracciare una linea divisoria
tra individuo e universalità, giacché nessun individuo è mai
completamente tale, come dimostra il suo riprodursi, nel processo della
metensomatosi, di derivazione platonico-pitagorica.
6) Le categorie. Plotino conferma la divisione orizzontale dell'essere.
Ogni divisione dell'essere andrebbe ricondotta a quella tra intelligibile
e sensibile, ?? e ????????.
Trattati del secondo periodo.
Si attenua la polemica antistoica e in genere antiellenistica.
1)
Viene ripreso il problema della visione e precisamente <<perché gli
oggetti lontani sembrino piccoli>>. La teoria della luce di Plotino
costituisce una sorta di teologia allegoristica. Abbiamo anche un momento
di riflessione sulla felicità del saggio e il rapporto tra felicità e
tempo, con polemica contro la teoria di Epicuro, secondo la quale il
saggio godrebbe dei ricordi dei beni passati.
2) L'anima e i suoi problemi. Plotino si pone il problema se l'unità della
forma subisca divisione nel processo di partecipazione che gli esseri
singoli fanno ad essa, giungendo a teorizzare l'unità dell'anima,
grazie alla quale i sensibili partecipano alla forma. Anche il problema
delle anime astrali viene affrontato e delle loro facoltà d'intelligenza
e di memoria.
3) In polemica con Aristotele, il Primo assoluto, per Plotino, è l'Uno,
il quale non pensa, perché anche se pensasse se stesso, l'atto
stesso di pensare implicherebbe dualità. Il problea delle categorie,
invece, si risolve in una falsa divisione dell'essere, che ignora il
rapporto 'verticale' fra cosmo intelligibile e cosmo sensibile.
4) Cosmo, tempo ed eternità. A questo proposito, troviamo un trattato
contenente l'esegesi del Timeo e una nuova polemica contro la teoria
aristotelica del quinto elemento, in favore del fuoco come elemento privilegiato
dei corpi astrali. In un'altra trattazione Plotino scrive su tempo ed
eternità., nell'intento di sottrarre il tempo alla sua relazione
con il cosmo e di vederlo in relazione con l'anima e l'Intelligenza.
5) Le idee, l'intelletto, l'Uno formano oggetto di trattati costruttivi.
Qui si passa dal problema delle idee-numeri, al rapporto fra idee e bene
e alla molteplicità delle idee, per giungere all'Uno. L'Uno è definito
privo di forma, infinito/indefinito, troppo grande per conoscersi, ma
alla fine Plotino è costretto a concedergli una forma superintellettiva
di autocoscienza. In un altro testo, viene affrontato il problema della
volontà e libertà, proprie dell'Uno. Plotino vorrebbe affermare
la coincidenza di necessità e libertà nel vertice del reale,
in quanto autocausazione. Ma siamo noi che poniamo l'Uno come principio.
In realtà, esso sarebbe inconoscibile e inesprimibile.
6) Nella serie di trattati contro gli gnostici s'inserisce quello sulla
contemplazione dell'Intelligenza dell'Uno, l'unità di soggetto
e oggetto che si raggiunge nel puro pensare; la prassi è svalutata
come una <<estenuazione della teoria>>, un puro negativo.
In un altro trattato di questa serie viene ripreso il problema della
bellezza intelligibile, in forma più metafisica. L'artista viene
rivalutato, in quanto in grado di contemplare il bello ultrasensibile.
Plotino, riguardo le idee, sostiene che non sussistono al di fuori dell'Intelligenza
prima e che costituiscono il cosmo intelligibile pensante. L'Uno è <<al
di là dell'essenza>>, oltre la sfera dell'intelligibile.
Concludendo, il Bello si riflette nel mondo, confutando così l'esistenza
di una divinità maligna produttrice del cosmo, volta contro il
primo Dio.
Eccoci arrivati al tema che volevamo trattare,
ma che necessitava di una minima introduzione. Plotino, abbiamo già visto come affronti
il tema dell'Uno e dell'estasi mistica. Prendendo le mosse da Platone,
Plotino parla di <<ritiro>> e di <<ritorno>>.
Ritiro dal mondo materiale per ritornare all'Uno. Inanzitutto, il nostro
filosofo si dimostra contrario alla prassi, che indebolirebbe la teoria.
Quindi, un'estasi intellettuale.
Nel ???????, nel pensiero puro, risiederebbe la vera essenza dell'anima
e volgersi alla ragione trascendente sarebbe ritrovare la propria anima.,
cioè se stessi. Il vero uomo, <<uomo interiore>>, è l'anima,
ma questa si prolunga in una sua immagine, che è la corporeità.
In virtù dell'essere siamo noi stessi. Anche Plotino, come altri
prima di lui, afferma che il dèmone (in senso filosofico) è sopra
di noi e insieme in noi, in quanto siamo ragione e intelligenza.
La fuga del male di cui parla il Teeto è fuga dalla corporeità,
come <<assimilazione a Dio>>. La felicità del saggio
consisterebbe nel saper abbandonare il corpo, come si fa con un qualsiasi
strumento, per passare ad un canto senza strumenti. Il filosofo muore
a se stesso, ma non si suicida. Si tratta di una scelta ascetica, non
rinunciataria. La vita rimane, anzi viene elevata.
Partendo dal Simposio, Plotino descrive l'ascesa dalla bellezza del corpo
a quella dell'anima, dai piaceri sensibili, alle scienze e alle nobili
occupazioni. Chi è giunto là, all'Uno, non può tornare
indietro, per cui l'anima resta lì, mentre vivrà come un
estraneo nel mondo sensibile. Anche se il punto d'ascesa è così vertiginoso,
che è impossibile restarvi se non pochi, felici istanti.
Con questa, breve, descrizione del sistema plotinico, concludo questo
breve saggio, invitando i lettori interessati a consultare Introduzione
a Plotino di Margherita Isnardi Parente, Editori Laterza, Bari, 1989.
Fabio
Drigani
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