Logo di Micene

Associazione Culturale Micene

- Arte e Spettacolo -

           
 

 

 

 

   

 

- Vent'anni dopo -

 

Se una buona fetta dei trentenni d'oggi è affetta dalla sindrome di Peter Pan, molta responsabilità va addossata ai cartoni animati che l'allora Fininvest trasmetteva nella prima metà degli anni '80 del secolo scorso. Detto col senno di poi, la fine era nota. Diamo un'occhiata ai zuccherosi titoli dell'epoca: 'Candy Candy', 'I Puffi', 'Lady Oscar', etc...
Le vicende di queste trasmissioni per bambini non andrebbero neppure raccontate nella loro trama: hanno sempre la meglio i nostri... Arrivano i buoni!
Meglio cercare di capire i motivi del successo di 'Bim Bum Bam', programma-contenitore di Italia 1 andato in onda per 12 anni (sino al 1994) e che ha avuto il principale merito di lanciare nel firmamento televisivo Paolo Bonolis e Licia Colò, presentatori delle primissime edizioni di questa trasmissione per i più piccoli. Uno solo è il motivo del successo: nell'infanzia ci si diverte sempre e comunque e se al mattino, a scuola, le cose non sono andate tanto bene nessun problema, tanto al pomeriggio (prima o in sostituzione - se in inverno - dell'uscita) ci sono i cartoni che non sono da perdere assolutamente, chè poi magari il giorno dopo si commentano in classe: e peggio per chi non ha trascorso quelle due ore davanti alla Tv, verrà sbertuciato con ignominia.
In realtà c'è davvero poco da aggiungere su un programma destinato ai bimbi d'età scolare. Prendiamo, come esempio, i Puffi. Il mondo degli gnometti blu ha un giurato nemico (l'unica persona che gironzola attorno al loro fatato ecosistema pieno di funghi amanite come abitazioni) ed una sola 'gnometta' che, come da tradizione, è bionda e ha gli occhi azzurri (questo fu forse un errore del compianto Peyò, il disegnatore belga dei Puffi: la bellezza - non solo femminile - non è quella stereotipata del binomio biondi capelli/azzurri occhi!). Non manca il vecchio saggio del villaggio e il saputello con gli occhiali che, come tutti i sapientoni, è a dir poco inviso al resto della compagnia.
In 'Bim Bum Bam' bisogna ricordare il pupazzetto denominato 'Uan' (dalla pronuncia dell'1 inglese) impegnato in gag più o meno spassose (ricordiamo il livello elementare dell'audience tipo) con le due future star televisive, tra un cartone e l'altro. Una curiosità: in queste settimane ricorre il 20° anniversario di un altro cartoon caro a tanti attuali lavoratori (in)dipendenti: 'Il tulipano nero', trasmesso sempre da Italia 1 alle ore 20 e che fu la prima trasmissione a fare una certa concorrenza al Tg1, allora primatista degli ascolti.
Andrebbero riviste ora, per comprenderle, queste trasmissioni: magari con un dibattito successivo... quanti occhi lucidi ci sarebbero, è facile immaginarselo. Troppo facile definirle 'bellissime, mitiche, grandiose' quando si è appena entrati nell'età della ragione, e poi così ricordarle vita natural durante, come sta fatalmente accadendo: ma non è certo la generazione cresciuta con 'Bim Bum Bam' la prima ad esser cascata in questo tranello. I 45-50 attuali con 'chissà chi lo sa?'; i 35-40 enni con 'Heidi' e gli altri titoli giapponesi le cui sigle attualmente (orrore!) canticchiano ai loro pargoli a mo' di ninnananna.
'Bim bum Bam' è probabilmente l'ultimo vero spazio pomeridiano di intrattenimento per i bambini della Tv italiana (oltre che l'unico di Fininvest-Mediaset) - anche se la Rai avrebbe proposto nei secondi anni '90 'Solletico', ultimo colpo di coda di questo genere. Ora prevale un flusso animato non molto ironico e lieve che di sicuro è già mitizzato dai giovanissimi d'oggi. Non li seppellirà una risata.
L'inquietudine apocalittica regna anche nei pomeriggi infantili, tra Cucuzza e un dibattito sul Due.

 

 

26 febbraio 2004

 

Matteo Cogorno

 

   
     

 

Copyright 2002-2007 © Associazione Culturale Micene