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Associazione Culturale Micene

- Arte e Spettacolo -

           
 

 

 

 

   

 

- Museo del Cinema -

Milano

 

Quanto sono affollati i giardini pubblici di via Palestro, a Milano, in una domenica d'inizio primavera! Coppiette innalzate; madri e padri con i figlioletti; anziani evocanti i bei tempi andati; solitarie anime in meditazione: sapranno, essi, che questa oasi meneghina di verde "confina" con Palazzo Dugnani, sede del Museo del Cinema? Ci auguriamo di sì, e lo crediamo con certezza.
Ai locali del museo non si accede per l'ingresso principale del palazzo: l'entrata è infatti posta all'estrema sinistra dello stesso, scesi pochi gradini tra gli alberi. Pare di finire in un sottoscala, invece qui ha sede il museo, ove è possibile entrare tre sole volte alla settimana (il venerdi, sabato e domenica tra le 15 e le 18, tutto l'anno. 2,50 € l'ingresso, ridotto per i bambini (1,50 €). In una saletta sono possibili proiezioni riservate ai più piccoli).
L'ubicazione attuale della raccolta (raccolta a cura della Fondazione della Cineteca Italiana) è angusta ed ingiusta; angusta, ospitata com'è in vani relativamente stretti: ma in città, a quanto pare, collocazioni alternative non se ne trovano. Ingiusta, perchè cimeli di tale rilievo meriterebbero sistemazione meno compressa e, in una sala, meno disordinata.
Passata la biglietteria e il parallelo, ridotto, bookshop... ecco a voi il museo, nelle sei sezioni in cui è diviso. Il primo percorso illustra il cosiddetto "precinema", quel lungo periodo storico, pre-pioneristico, risalente sino a quattro secoli fa circa: supporti quali lanterne magiche, caleidoscopi, immagini curiose che solo apparentemente possono far sorridere, visto che lo sbocco naturale di queste espressioni visive è in pratica la fotografia, coi primi fondamentali risultati ottenuti da J. N. Niepce e coi dagherrotipi della metà del XIX secolo. In quel torno d'anni si poteva sentir parlare di "persistenza della visione": alti e bassi dell'occhio, non solo umano. 28 dicembre 1895: proiettato il primo film della storia, anni di esperimenti dei Lumiere hanno funzionato! In quella fine d'anno l'uscita dalle fabbriche (poche decine di secondi di filmato) segna la nascita del cinema, che per i trent'anni successivi sarà muto. Trent'anni della storia del cinema ben rappresentati dalle idee di Georgés Meliés (1861-1938), con il quale l'arte cinematografica inizia ad entusiasmare il pubblico, anche in Italia. Di Meliès ricordiamo il suo capolavoro, il "Viaggio sulla luna" del 1902.
Sembra che i gusti del pubblico non siano mutati tantissimo, in questo secolo abbondante: all'epoca immagini catastrofiche proiettate nelle sale ottenevano un certo riscontro, e pure ora una buona parte del pubblico cinematografico è attratta da incendi e/o sciagure varie. Il periodo della Belle Epoque: in esso si impongono le prime dive della celluloide, su tutte Francesca Bertini (1892-1985), autentica star di quegli anni. Il cinematografo è già costume, insomma (per molti, ma non per tutti).
Passata la Grande Guerra, ecco le avanguardie; colpiscono, giacchè ancora troppo in anticipo sui tempi, fotogrammi tratti da Murnau, F. Lang, Man Ray appesi alle pareti del museo: stiamo parlando di 80 anni fa. Non può mancare, nel museo, l'esordio del cinema sonoro, ben evidenziato dalla maestosità della "divina", Greta Garbo (1905-90); ecco, questa sala, dedicata all'evoluzione cinematografica che è a noi più nota, è ricchissima di elementi di ricordo (tra gli anni '30 e '80 del secolo scorso) ma, come detto in precdenza, un po' raffazzonati, forse. Manifesti d'epoca, una moviola, carrelli, la riproduzione d'un teatro di posa, fotografie (alcune molto belle), schizzi d'artista: non mancano però oggettini magari un po' kitsch risalenti (un caso?) agli anni '80 principalmente.
La sezione punto video (che ospita lettere autografe di Luis Bunuel: perfetta calligrafia, quasi come il suo cinema) ha una rigorosa ma mal collocata parte filatelica ed un juke box, vero oggetto da museo, oramai...
In definitiva, il museo del Cinema, a Milano, necessiterebbe d'un robusto "restyling", anche se comprendiamo i motivi per i quali non è attualmente possibile pensare ad un cambio di sede.
Purtroppo tra Serge Reggiani e Vittorio De Sica, June Allison e Charlot, sono comparse polvere e fili d'origine animale, veri e propri attori non protagonisti e da non premiare!

 

Sito internet: www.cinetecamilano.it/museo.html

 

Matteo Cogorno

 

   
     

 

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